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La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda, e vede i due miracoli più belli che ha fatto:

donare la vita donare l’amore.

San Giovanni Paolo II

È da questa frase che vorremmo iniziare e parlare un po’ di noi e di ciò che rappresenta questa Associazione.

Sicuramente la nostra storia è ciò che potremmo definire un grande dono e un grande miracolo divino. 

Siamo 4 fratelli adottati, due disabili e due della Corea del Sud. Il nostro rapporto è veramente speciale, cerchiamo di condividere insieme ogni momento importante della nostra vita, dai compleanni alle feste natalizie. 

Spesso ci chiedono come facciamo ad essere così uniti, la risposta è davvero semplice, abbiamo imparato ad accettare le nostre diversità e i nostri caratteri, certo, spesso discutiamo ma poi ci ricordiamo da dove veniamo e ciò che ci ha uniti: l’amore e la gioia di vivere. Tutti noi abbiamo dovuto affrontare nella vita delle difficoltà non facili come la disabilità e l’abbandono. 

 

Da qui nasce quest’associazione con due intenti,

il primo è quello di aiutare la persona disabile ad affrontare i disagi della vita nel migliore dei modi ma nello stesso tempo dimostrare che la disabilità non è un ostacolo ma bensì un punto di forza dove tutto è possibile.

L’altro intento è quello di mostrare a tutti come l’adozione possa veramente dare ai bambini abbandonati la possibilità di avere una vita famigliare. La famiglia non è fatta di sangue ma bensì di amore ed è questo ciò che vogliamo trasmettere.

Bisogni

Adoperarsi a favore e nell’interesse prioritario dei disabili.

w

Promozione

Attività ed eventi per sensibilizzare la situazione del disabile talidomidico e per altre disabilità e dell’adottato in Italia.

Facilitare

Finanziare tecnologie che possano facilitare la vita quotidiana del talidomidico.

A

cura

Trattamenti sanitari gratuiti per la cura e la prevenzione delle patologie correlate all’amelia/focomelia/dismelia.

BENEFICI

Ottenimento di protesi e/o forniture necessarie a basso costo o addirittura gratuite.

Vincenzina

Il mio soprannome è Cipollina, lo adoro, lo uso da quando sono bambina. Ormai sono abituata ad essere chiamata così da chiunque, persino nel mio ambiente lavorativo.

Sono l’ideatrice e Presidente di quest’Associazione. Ho passato la mia vita a desiderare ardentemente di lasciare un segno indelebile con l’unico grande obiettivo di trasmettere il sorriso e la gioia di vivere nonostante le difficoltà della vita. Sono nata senza una gamba in un piccolo paese del sud a causa del farmaco Talidomide Si tratta di un farmaco che veniva somministrato alle mamme in gravidanza come sedativo anti-nausea. Purtroppo, solo dopo anni si è scoperto che questo farmaco causava delle gravi malformazioni ai bambini nascituri, io sono una di quelle bambine! 

 

 

Senza andare troppo nei dettagli, ho lottato per quasi dieci anni per ottenere un indennizzo dal Ministero della Salute, ma purtroppo a causa di una legge severa e intransigente, ho perso la causa e ogni speranza di essere riconosciuta talidominica.  Sono stata abbandonata in un ospedale appena nata e ho passato i primi anni della mia vita da un ospedale all’altro. Ero una bambina allegra, solare e sempre molto giocherellona, davo forza e coraggio ai miei amici di avventura e ho continuato a trasmettere tutta questa energia positiva e la mia allegria anche da adulta. 

All’età di 5 anni sono stata adottata e da qui è iniziata la mia vita famigliare. Non nego che sia stata facile, abbiamo caratteri diversi, un passato diverso, ma ciò che ci ha unito è aver vissuto la stessa esperienza tragica come l’abbandono. 

Il mio motto è “non mollare mai” e vivere il “qui e ora”. Penso che la vita vada vissuta intensamente senza rimpianti e né rimorsi ed è per questo motivo che ho sempre cercato di Agire più che Pensare. Sono una donna impulsiva forse pure troppo, ma sono felice di poter dire che grazie a questa impulsività sono riuscita a realizzare i miei sogni, come viaggiare in giro per il mondo da sola, conoscere tanta gente, imparare culture diverse, e crearmi una mia indipendenza. 

Vivo da sola con due meravigliosi gatti che si chiamano Rughetta e Shaky per i quali darei davvero la mia vita.

Sono una grande appassionata di sport, adoro il tennis e il calcio, la mia squadra del cuore è la Roma e spesso vado allo stadio per tifare per lei e sostenerla. Un’altra grande passione è la Thun un’azienda di oggettistica di ceramica e porcellana. Mi ritengo una grande collezionista ma non tanto di questi oggetti di cui ovviamente ne ho una discreta collezione, ma bensì sono affascinata dalla storia e dalle origini di questa importante azienda che fin da bambina, ha sempre suscitato in me una grande passione e interesse. 

Che altro potrei aggiungere? Sono una donna super attiva e dinamica e lo scoprirete seguendomi.

 

Maria Speranza

Preferisco essere chiamata solo Speranza. Sono la sorella più piccola di Vincenzina e sono nata a Seoul in Corea del Sud dove sono stata abbandonata alla nascita. Fortunatamente dopo qualche mese sono stata adottata da una famiglia italiana che ha adottato anche tutti gli altri miei fratelli per formare una famiglia numerosa e piena di sfaccettature diverse.

 

Sono una donna piena di energia, vitale e, a detta degli altri, molto coraggiosa. Forse perché la mia passione più grande è praticare Parapendio, disciplina che mi permette di volare e guardare il mondo dall’alto immersa nei miei pensieri. C’è una frase di Leonardo da Vinci che dice: “Quando avrai provato l’emozione del volo, una volta a Terra camminerai con lo sguardo rivolto verso il Cielo perché là sei stato e là agogni a ritornare” ed è proprio vero perché provo a volare ogni volta che posso.

Oltre al parapendio mi piace praticare altri sport come Arrampicata, Snowboard, Ciclismo, Trekking, insomma tutti sport all’aria aperta e a contatto con la natura in cui mi sento rigenerata completamente.

Penso di essere una persona riflessiva, determinata e pratica e rispetto a mia sorella siamo decisamente diverse e quasi opposte, ed è proprio questa nostra diversità che ci unisce e rende il nostro rapporto unico e prezioso.

 

Josè Maria

Il mio nome come potete immaginare ha origini spagnole, i miei genitori adottivi hanno scelto questo nome forse per la loro passione della lingua spagnola, non so, ma sinceramente non gliel’ho mai chiesto.

 

 

Mi faccio chiamare Josè o semplicemente Jo come piace a mia sorella Vincenzina.

Anche io sono nato a Seoul in Corea del Sud. Non sono fratello di sangue di Speranza, ma entrambi veniamo dalla stessa nazione. Sono stato adottato all’età di 5 anni entrando così a far parte di una grande famiglia numerosa e dinamica. 

Sono una persona molto calma e paziente, non mi scompongo facilmente, penso che la calma sia una grande virtù e ti permette di vivere la vita con più serenità. Come dice il grande Bob Marley “Può essere che un uomo sia aggressivo perché non è passato attraverso il pericolo, come me. Io posso permettermi di prendere le cose con calma perché sono passato attraverso il fuoco. Non è lontano dal fuoco che puoi trovare la calma, ma dentro ad esso.”

Sono una persona che ama vivere alla giornata, non amo programmare, vivo la mia vita con grande rispetto e cerco di godermi ogni istante senza pensare troppo ai problemi. 

La mia vita è stata vissuta nell’insegna dello sport, pratico sport da sempre ed è anche la mia fonte di guadagno. Sono maestro di tennis e anche arbitro di calcio. 

Amo le mie origini e proprio per questo, nel 2012 ho fondato un’Associazione Culturale Koreani Italiani Adottivi che ho chiamato KOR.I.A. con la quale ho organizzato diversi eventi con l’obiettivo di unire tutti i Coreani adottati in Italia come in una grande famiglia per non sentirsi mai abbandonati. 

Ogni volta che posso vado a Seoul per godere appieno la mia città di origine e poterne assaporare ogni angolo e imparare la loro cultura e le loro abitudini per poi trasmetterle ai miei amici coreani qui in Italia.

 

Marco

Sono nato a Firenze e come mia sorella Vincenzina sono disabile e nato con la Spina bifida. Sono cresciuto in ospedale ed è qui che è nata la mia relazione con la persona più importante della mia vita Vincenzina. Siamo stati per circa due anni nello stesso ospedale, dove abbiamo condiviso gioie e dolori. 

Eravamo inseparabili, quanto ci siamo divertiti insieme… ne combinavamo di tutti i colori agli infermieri e ai dottori.

Poi un giorno lei è andata via perché è stata adottata prima di me. È stato un dolore troppo forte e ho iniziato a chiudermi in me.

 

Non so bene cosa è successo in quel periodo ma quasi per magia, un bel giorno due persone sono venute a prendermi e a portarmi a casa loro, appena ho aperto la porta di casa, c’era lei: Vincenzina la mia amica del cuore e da quel momento anche mia sorella!

Il nostro legame è molto forte, in parte è perché condividiamo lo stesso disagio fisico ma voglio credere che la cosa più importante che ci unisce è la gioia di vivere e di trasmettere tanta allegria, tanto coraggio e tanto umorismo.

Come i miei fratelli amo lo sport, ce l’ho nel sangue e da molti anni pratico Wheelchair Hockey (hockey su sedia a rotelle elettrica). La mia squadra si chiamava Thunder Roma e con loro ho vinto 4 scudetti, 1 Coppa Italia e 1 Supercoppa italiana. Questo sport mi ha aiutato molto ad abbattere ogni tipo di barriera e soprattutto i pregiudizi della gente sui disabili, dimostrando quanta forza ed energia una persona disabile può avere.

Amo anche io il calcio e la mia squadra del cuore è la Roma che cerco di vederla ogni volta che posso insieme con i miei fratelli.

Il mio motto è “Odio la guerra, detesto gli Eserciti, amo combattere”, è una frase che sento molto e che mi rappresenta. Non concepisco il fatto di uccidersi, in fondo viviamo nello stesso mondo, siamo tutti uguali e dovremmo usare le nostre energie per vivere in un mondo migliore senza odio e né conflitti.

 

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